Il figlio subito dopo il parto le è stato sottratto, in quanto, come riportato dagli organi d'informazione, aveva chiesto per problemi economici l'affido condiviso (percependo una rendita di 500 € mensili), ma il Tribunale dei Minori con solerzia e spirito di abnegazione, senza interpellarla ha dato avvio alla procedura di adozione. Il tutto è venuto alla luce per la denuncia dello psicologo che ha preso in cura la giovane madre. Questo in estrema sintesi quello che è avvenuto in una provincia del Trentino.
Non entro nella particolarità della vicenda e nel merito dei provvedimenti, che peraltro potrebbero esser giusti, però mi chiedo (tipica domanda da correntedipensiero), la povertà è un elemento così discriminatorio?
L'inesistenza di mezzi di sostentamento alternativi, atti a garantire il diritto all'insistenza, mi toglie l'equilibrio della riflessione. Ho solo rabbia e sconcerto per queste piccole anime, che per colpe di una società che si reputa avanzata iniziano un percorso già difficile con questo strappo sicuramente evitabile. Agli antipodi, vedo le coppie desiderose per un figlio che non possono avere, tessitori incolpevoli di una rete che intrappola i destini e le vite....
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