Dopo aver consumato la colazione, aver capito l'importanza del bagno e le sue comodità, il lavoro è l'unica necessità della giornata che salterei volentieri (anche molti di voi) non certo per la quantità di sudore prodotto, o come lo chiamano qui al Sud di "fatica" che carico sulle spalle, ma praticare le relazioni interpersonali sotto copertura, mi da al cazzo. Ormai è un immenso circo, dove l'arte acrobatica è necessaria, dove a far roteare le palle non sono simpatici giocolieri, dove gli animali in gabbia non sono tigri o leoni dagli occhi spenti, ma uomini e donne che trasportano nell'anima, con l'aiuto delle maschere, problematiche dall'ampio raggio difficilmente catalogabili in poche righe. Non ho voglia di discutere del nuovo french o della pancia da alcolizatto, non capisco quel saluto dalla parvenza amichevole fuori dall'orario di lavoro, e sono sempre più dubbioso sull'utilità e il fine ultimo del lavoro stesso. Il lavoro nobilita l'uomo, però vecchi e nuovi nobili, pur non facendo un cazzo erano e sono insigniti di questa qualifica "nobiliare"...che senso ha? In me si fa strada l'idea che il lavoro sia una forma di schiavitù, a volte anche ben remunerata, che priva l'uomo di cogliere l'essenza della sua esistenza, di assaporare il gusto del tempo, senza avere l'ansia del risultato o della prestazione. Perchè il lavoro e il danaro sono strettamente correlati, senza soldi non si puo vivere, e qui il circolo vizioso non ha fine...quindi ritorno in me e penso al santo e benedetto lavoro che mi fa vivere....almeno la mia testa si è liberata di questa schiavitù.
p.s.
Con debito rispetto per chi non ha il benedetto lavoro.
Guarda, io credo che il lavoro serva a una cosa sola: i soldi per arrivare a fine mese (se dice bene). SOno poche, pochissime quelle persone che riescono a fare delle proprie passioni un'attività redditizia. Tutti gli altri di solito chinano il capo, si fanno le 8 ore e una volta fuori dall'ufficio chi si è visto s'è visto. Il problema è che oggi si lavora e neanche si guadagna...Tocchi un tasto dolente, almeno per quel che mi riguarda...
RispondiEliminaConcordo pienamente su cio che scrivi, ma sono convinto che la tecnologia attuale potrebbe ovviare alle numerosissime problematiche lavorative...ma chi si trova sulle poltrone di comando del sistema non vede di buon occhio queste "rivoluzioni"...siamo legati a doppio filo, anzi oserei un incatenati!!!
RispondiEliminaun saluto!!
anche qui in giappone il 23 novembre e' il giorno di ringraziamento per il lavoro...
RispondiEliminae' un buon occasione per pensare a proprio lavoro...
un saluto
Grazie Titti...ma qui si festeggia la festa dei lavoratori il 1 maggio...so che ti piace l'Italia e la sua storia, ma voi da quelle parti state anni luce avanti...
RispondiEliminaun salutone...こんにちは (ciao)
Sono perfettamente d'accordo su quello che scrivi e cerco d'immedesimarmi in te e nella maggior parte dei lavoratori che soffre di questo disagio.
RispondiEliminaPer fortuna però che c'è la parte rimanente dei lavoratori che svolge un lavoro appagante. Credimi ce ne sono ed io sono una di queste persone. Anche nel mio lavoro ci sono naturalmente delle pecche (sono educatrice dell'infanzia): il contatto e l'obbligo di collaborare con i colleghi non sempre simpatici e umili, il rapporto con i superiori, il rapporto con le famiglie dei bambini. Ma...... quando mi trovo con quei esserini di 3-5 anni è uno spasso giocare e divertirsi, abbracciare ed essere abbracciati, amare ed essere amati, insegnare ma soprattutto imparare da lore mille piccole cose che mi arricchiscono ogni giorno di più.
UNO DEI MOTIVI PER CUI HO SCELTO DI ESSERE QUELLA CHE SONO....
RispondiElimina@ambra...nel tuo commento poni l'accento sul "contatto d'obbligo" ed è proprio quello che che mi fa imbestialire...sono anime perse in perenne lotta con loro stessi, dove invidia, arrivismo, profitto sono le uniche cose che li spingono a lavorare....infatti la parte del lavoro che ti piace non si confronta con gli adulti!!!
RispondiElimina@BellaDiGiorno...le scelte sono sempre prove di coraggio, però capovolgendo la vita.... "Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo......Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene. Gli ultimi nove mesi te li passi flottando tranquillo e sereno, in un posto riscaldato con room service e tanto affetto, senza che nessuno ti rompa i ********. E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo!"
RispondiEliminaWoody Allen
Purtroppo nel 99% dei casi il vero nome del lavoro è lavhorror, e quando sento gente che lo esalta come "Puro Valore" in sé penso sempre a Bertrand Russell che diceva "L'etica del lavoro è l'etica degli schiavi" e sosteneva già ottant'anni fa la possibilità, grazie a un uso intelligente della tecnologia, di lavorare tutti pochissime ore al giorno, o pochissimi giorni al mese, per poi avere tempo di VIVERE e PENSARE... Povero lui e poveri noi, come siamo invece finiti...
RispondiEliminap.s. bellissima l'espressione "mi dà al cazzo"! :D
p.p.s.
se ti stai chiedendo da cazzo io spunti, ti ho visto dall'amico Marziano e ho deciso di fare un salto a salutarti... Ciao!
@zio...da dove cazzo spunti non importa l'importante che spunti....a parte il divagare, sono arrivato alle conclusioni del sig Russell con ottantanni di ritardo, ed è un bel dire, non so se in questa vita vedrò un cambiamento...ma auspico qualcosa di nuovo....non so cosa...vedremo!
RispondiEliminaun ciao anche a te...:-D
no... io la vita non la capovolgeri...
RispondiEliminaIl lavoro è oggi più che mai un mezzo per raggiungere obiettivi (= soldi per campare). Pochi e rari i casi reali di gente che riesce a fare un lavoro appagante o trasformare una passione in lavoro, in questo mondo, in questa era, in questa società almeno... L'importante è che la vita non sia tutto intorno al lavoro, che la giornata non sia solo quelle 8 ore (+ viaggio)...
RispondiEliminaMG