sabato 30 luglio 2011

Insalatina a Central Park

La crisi si fa sentire,e mangiare è una priorità irrinuciabile, però arrivare al paradosso di dover mangiare il prato di Central Park comincia a preoccuparmi oltre il dovuto. Certo la notizia enfatizzata o distorta che sia ha un suo significato, in una nazione dove gli estremi si sfiorano alla velocità di un clic, l'emulazione da esportazione, tranne per le zone desertiche dove si potrebbero riscontrare alcuni problemi di approvvigionamento idrico, avrebbe conseguenze devastanti. Si ripropongono gli spettri della grande depressione del 29, mentre la globalizzazione impone ritmi e schemi da schiavismo corporeo e mentale, ci si ferma un'attimo nel prato e si fa uno spuntino. Ricordo in merito lo spot di un noto marchio di aceto balsamico (non provateci per favore) dove la caduta di una boccetta "dell'elisir" sul prato provocava goduriosi signori benestanti, forse annoiati dai soliti miseri piattini. A suo tempo trovai il tutto una tremenda cagata, oggi la riscontro nella realtà, e penso a tutti quei giochetti economici per alzare i prezzi delle materie prime alimentari, controllare i mercati e gettare il mondo globalmente alla ricerca del cibo. Gli ingredienti ci son tutti, tanto per rimanere in tema, poi travestiti da nuovi Dei compariranno i salvatori del mondo e lo schiavismo sarà per tutti irrinuciabile prerogativa di vita.
Chapeau.


venerdì 29 luglio 2011

Apertura nuova sede

Sono appena tornato, e ho deciso di raddoppiare....
Aprirò una nuova sede delle mie palle al SUD...perché mentre rotolavano il www.nuovasedepalle.org veniva inesorabilmente castrato. Da decidere la location e i responsabili altamente remunerati. 
:-)

 

domenica 17 luglio 2011

Aforismi in officina


 Essere giovani vuol dire tenere aperto l’oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro.

Bob Dylan


P.S. 
Troppe persone avvolte nel loro egoismo, chiudono l'oblò, pensando di confinare tutto il mondo al di fuori.
Mark

martedì 12 luglio 2011

Senza Infamia e senza Lode

Ogni giorno si trovano nel calderone a ribollir ardore, dopo aver profuso ingegno o passione, si alzano la mattina come da copione a portar avanti la normalità, nessun plauso al compimento...è tutto dovuto!!!!
 Non vi è un ben fatto o plauso, una pacca sulle spalle o sorrisi da elargire perché questo bisogna fare. La chiamo la mandria dei senza Infamia e senza Lode, di coloro, me compreso, che si ostinano a far la raccolta differenziata pur sapendo che poi il tutto (o quasi) venga rimescolato , dalla mattina alla sera cerca di arrivar puntuale per rispettare tutte le incombenze, dà parvenza di professionalità pur riscontrando una quantità di superficialità in chi dovrebbe prendere decisioni, rispetta le file e cede il passo in caso di necessità, pensa con la propria testa senza dover obbligatoriamente incamerare nozioni da sfoggiare per apparire, espone le proprie idee anche quando sa che saranno oggetto di scherno, cerca d'impegnare le proprie capacità al massimo delle potenzialità e puntualmente riceve rimbrotti, guarda intorno a se stesso il cumulo di macerie che circonda l'animo delle persone le invita a liberarsene e riceve solo insulti malcelati, si prodiga nel cambiar se stesso nel rispetto di tutto ciò che lo circonda e viene scambiato per un visionario, aggiunge giornalmente tasselli per non perdere il significato della crescita....dove anche Dante a mia insaputa non ha fatto che gettar nell'inferno...
....Senza Infamia e senza Lode continua il suo cammino senza intercessioni divine e pensa tra se e se...."La mia più grande paura è che la gente mi veda come io vedo la gente"....non ha paura di guardarsi allo specchio perché a quel punto non può che applaudir...orgoglioso ed impavido.

Ed elli a me: «Questo misero modo
tegnon l'anime triste di coloro
che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.

(Inf. III 35-36)

martedì 5 luglio 2011

Zainetto sulle spalle

Mi manca quello zainetto invicta sulle spalle, la mattina, il pomeriggio, in vacanza, al mare, in palestra, al calcetto. Sempre li con le sue scritte, i suoi disegni, le firme impossibili, non era importante ciò che trasportava era importante la sua presenza che ti faceva appartenere alla normalità. La stradina sotto casa, o il muretto poco più in là erano sempre popolati da decine di ragazzi, ogni spazio aveva i suoi "dominatori", sui giardinetti impazzavano partite interminabili, il mio rapporto con l'altro sesso era da La bella e la Bestia però non me ne fregava un cazzo di nulla, a parte le solite menate e cagate varie. Oggi forse sono cresciuto un pochino, e me ne frega un po' troppo di tutto, e quello zainetto è andato perso, mi dispiace perché avrebbe un senso riempirlo, non di ricordi, ma di questo nuovo me, che a tratti mi spaventa, troppo spavaldo, convinto, odioso, virulento, attaccabrighe, ancora imbrigliato nelle sue catene, attende sornione l'era dell'apparizione.
Non ermetico come nei post, l'altro me, si aggira sulla Terra e fa finta di non capire, di ignorare, di rasentare il superficiale, intanto incamera, infila nello zaino lo scibile, mette a tracolla e porta qua, dove magia e ragione fondono le parole, tornando a danzare per il nuovo fanciullo che timido si affaccia. Ora torno con lo zainetto, quello che ognuno non dovrebbe mai scordare, che in fondo non c'entra un cazzo con la vita, ma ne ha fatto nostalgicamente parte.