lunedì 5 marzo 2012

Il pensiero...un giaciglio, uno svago, un ozio

Dirlo a parole mie avrebbe un peso assai diverso,  mi affido a firme a volte eccentriche perché nel folclore dell'emozione possiate trovare quello spiraglio che unisce il tutto, tagliando a fette e disperdere quella cortina fumosa che ancor divide.

No. La vita non mi ha disilluso. Di anno in anno la trovo invece più ricca, più desiderabile e più misteriosa - da quel giorno in cui venne a me il grande liberatore, quel pensiero cioè che la vita potrebbe essere un esperimento di chi è volto alla conoscenza - e non un dovere, non una fatalità, non una frode. E la conoscenza stessa: può anche essere per altri qualcosa di diverso, per esempio un giaciglio di riposo o la via ad un giaciglio di riposo; oppure uno svago o un ozio; ma per me essa è un mondo di pericoli e di vittorie, in cui anche i sentimenti eroici hanno le loro arene per la danza e per la lotta. "La vita come mezzo della conoscenza" - con questo principio nel cuore si può non soltanto valorosamente, ma perfino gioiosamente vivere e gioiosamente ridere.

Friedrich Nietzsche

43 commenti:

  1. Così mi piaci, meno polemica più sostanza.
    P2

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  2. Riflessione meravigliosa, forte, sana. Grazie d'averla ritrovata e condivisa :-)

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  3. Bellissimo! Non solo la frase, anche il concetto ed il filosofo amo, lo posto subito, grazie!

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  4. Nemmeno a me Nietzsche piace molto.....ciò non toglie che possa aver colto lati interessanti della vita...e abbia detto cose condivisibili...tipo questa!

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  5. HAHHHHHHAAAAAAAAAAAAAAAAAAha hahahaha oddìo le sette righe più esilaranti del mondo!!!

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  6. Lasciatemi stare Nietzsche.
    Bravo Mark, bel post.

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  7. No veramente Lorenzo,non si può capire,comprendere solo da wikipedia,bisogna percorrere un sentiero più arduo.
    Incomincia a leggere qualcosa,guarda se permetti ti do un'indicazione che credo possa essere un buon punto di partenza,il libro in questione,si chiama libro cuore,l'autore è edmondo de amicis,non avrai difficoltà nel reperirlo.
    buona lettura!

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  8. Mark scusa se invece di commentare il tuo post mi sono impantanato nella mota dell'intolleranza,che detesto!!
    Citare nietzsche,nel contesto storico che stiamo vivendo è comunque appropriato.
    Infatti solo oggi si può capire quello che ha provato a dirci in tempi veramente non sospetti,e allo stesso tempo si può contraddire e mettere in dubbio,insomma accende la macchina del pensiero.
    Cosa della quale adesso più che mai abbiamo bisogno.

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    1. Come ho scritto sopra i mie post potrebbero sembrar casuali, ma in una officina sembra tutto in disordine :-)

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  9. Di particolare rilievo e valore questo pensiero della conoscenza come principio del cuore per affrontare gioiosamente la vita, peccato che poi Nietzsche scrisse anche: « Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro. E se tu riguarderai a lungo in un abisso, anche l'abisso vorrà guardare dentro di te. » Morendo, così, non più gioiosamente...!!!

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    1. Tutti scrivono o pensano cavolate, la cosa rende il contasto più umano e meno superuomo :-)

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    2. Scusa, non per polemizzare, ma io non volevo dire che Nietzsche abbia successivamente detto cavolate, semplicemente non condivido l' evoluzione del suo pensiero che lo porterà alla follia...
      E per inciso: l'essere più umano e meno super uomo si evince non tanto dal dire stupidate, quanto dal saper riconoscere i propri errori e i propri limiti...

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    3. Il pensiero è riferito a me e non a Nietz, e poi quale polemica ti sei solo espressa, e visto che ti stai leggendo tutto il mio Blog posso capire quanto possa esser confusa ;-)

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    4. Ma guarda come stuzzichi... io mi sarò confusa
      ma tu non eri connesso ieri ;-)

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    5. Ok, ma tu non hai un Blog, quindi non posso ricambiare :-(

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    6. Il ricambio me lo dai tutte le volte che accetti i miei commenti, tutte le volte che sei disposto al dialogo, alla discussione e allo "scontro" senza alcuna prevenzione e nel rispetto reciproco.
      Nella certezza che il confronto non può mai essere fonte di divisione o rottura ma crescita ed evoluzione reciproca. D'altronde questa è la prerogativa principale del tuo blog!!!!

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  10. aveva ragione Nietzsche
    più si vive più si scopre che c'è sempre qualcosa per cui "gioire"

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    1. La gioia dentro fouri o tutt'intorno? Ora sto delirando ;-)

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  11. Il "valore" e "l'intensità" dell'esistenza è un percorso del tutto personale. Interno.

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    1. Le stesse cose che dice mia sorella...anima buddista :-)

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  12. la vita è una scoperta continua, quindi una conoscenza continua...bisogna solo saperla interpretare...

    volevo mandarti un abbraccio caro Mark...mi sei mancato!!! lo dico davvero...

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  13. La citazione la trovo in scia ai precedenti post.
    Nello specifico ho letto solo "Così parlò Zarathustra" e qualcosina qua e lì, potrei discostarmi dalla teoria del superuomo però non ci vedo nulla di male nel perseguirla, mi sembra un concetto "divino", e per questo, se il tempo non dirà stop avrò modo di approfondire. Se me lo inquadri nell'ambito del distacco dalla società occidentale, ad ora non posso che esser d'accordo, la moltitudine di aspetti in cui si è separata mi rende cosciente del fatto che continuando a questi ritmi difficilmente troverà la via della resurrezione.

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  14. In merito a Nietzsche ho scritto qualcosa sopra, non saprei se le sue parole siano saggezza, ma non vedo neanche il motivo del perchè non lo si possa cosiderare tale. Forse con calma un'altro giorno stasera sto cotto :-/

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  15. Lorenzo, ciò le sinapsi scollegate, e il cervelletto che me barcolla, appena riprendo un minimo di forza ricordami questi passaggi e ne parliamo. O_0

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  16. Che gran mistero, la vita! Qualcuno la cantava così. Credo che sia un viaggio che chiama tutti e che in pochi acconsentono di intraprendere per davvero.

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  17. a Lorenzo
    è proprio in quel nodo il mistero

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  18. Ora come si spiega che Nietsche fosse considerato un pazzo da vivo e un genio da morto?

    E' possibile che ci siano interessi che da molto tempo cercano di plasmare una società in senso, chiamiamolo così, "capitalistico"? Che, creando un immaginario nuovo, lontano dal mondo classico, imperante, non adatto alla nuova società che stava nascendo, un mondo con nuovi miti, nuove idee, giustificasse l'ascesa del "superuomo" (capitalista, borghese) a livello filosofico-culturale-popolare? Che sradicasse l'autorità di nobili e Re (il vecchio mondo i vecchi dei)?

    Il pensiero di Niestsche, quello elaborato mentre era in manicomio, poteva rispecchiare, essere il sostrato di un rimescolamento mondiale di forze, che alla gente sembrava veramente il manicomio, il sovvertimento di ogni regola e autorità fino ad allora costituita?

    La nascente e ricca classe borghese capitalistica, poteva giustificare la sua ascesa nell'olimpo economico così come Niestsche giustificava la caduta degli dei e l'ascesa dei nuovi superuomini non più legati all'epoca classica (capitalismo sciolto da briglie che occupa il suo posto di dominatore nella società del denaro).

    Ovvero, Nietsche era o non era un buon veicolo pubblicitario per il nuovo mondo che si stava disegnando?

    E' Niestche che ha distrutto il mondo classico, oppure sono coloro che l'hanno distrutto davvero che l'hanno recuperato dalla polvere (e forse dallo sterco) della storia, e ne hanno fatto un marchio come Coca-Cola e Mc Donald?

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    1. Non saprei se il "genio" sia appropriato, mi limito a questo pensiero. Ogni marchio ha le sue influenze, ogni tanto bevo Coca-cola e raramente Mc Donald, non vuol dire che siano parte integrante della mia vita.

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    2. Non ha importanza che lo siano, ciò che conta è che siano culturalmente accettate e non rifiutate.

      Se accetti un'idea, un marchio, una verità, una proposta, quella stessa proposta può esistere. altrimenti non riesce a penetrare il muro di ostilità e diffidenza. La diffusione della società borghese/capitalistica (oggi imperante) ha dovuto affrontare lo stesso processo di assorbimento dei grandi marchi, pensa ad esempio al caso del Mc donald in Italia, l'ingresso è stato lentissimo a causa delle resistenze culturali.

      Poteva essere così anche per la stessa idea di un mondo dominato dal capitale (e non per esempio dal blasone, dal rito religioso, dal potere militare). La diffusione di nuove idee deve essere "giustificabile" e si tirano furoi le cose più folli o più intelligenti, tutto, per arrivare allo scopo.

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