Gli incendi in queste ultime settimane stanno imperversando in Russia, dove un caldo non nella norma ha investito una vasta regione. L'imprevedibilità climatica, è ormai una logica stabile degli ultimi anni, eppure aldilà delle considerazioni di merito, e delle notizie ampiamente riportate, un dato mi da a pensare...l'aumento dei prezzi del grano e conseguentemente di tutti i derivati.
Ops!!!..un momento, noi importiamo solo il 4% del grano russo, e la scorsa stagione per non vendere la produzione a dei prezzi non concorrenziali, hanno preferito stoccare una grossa fetta nelle giacenze, e come per magia (vabbè sono sempre il solito visionario complottista) un bel incendio a rivitalizzato il mercato del grano, dando nuova linfa ad una catena economica che si trovava in grosse difficoltà.
Siamo alle solite, come nello strano evento della piattaforma a 70 chilometri al largo delle coste della Louisiana, nel Golfo del Messico, di pertinenza della British Petroleum dove anche in questo caso a discapito di un ecosistema ignaro, di una filiera di pescatori e di un rilevante danno turistico, c'è stato qualcuno che ci ha guadagnato mantenendo il prezzo del barile di petrolio molto elevato. La logica del profitto in questa estate infuocata, continua inarrestabile la sua corsa....Prosit!
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