lunedì 6 settembre 2010

Il Caso Sakineh

Secondo il rapporto di Amnesty International, nel 2009 sono state messe a morte almeno 714 persone in 18 paesi e condannate a morte almeno 2001 persone in 56 paesi. Questi dati non tengono conto delle migliaia di esecuzioni probabilmente avvenute in Cina, paese dove le informazioni sulla pena capitale rimangono un segreto di stato. Oltre alla Cina, i paesi col più alto numero di esecuzioni sono risultati l’Iran (almeno 388), l’Iraq (almeno 120), l’Arabia Saudita (almeno 69) e gli Stati Uniti (52). Analizzando i dati, e togliendo Iran e Iraq, paesi chiaramente considerati incivili, mi chiedo, dov'è l'indignazione per Cina, Arabia Saudita, USA? Il caso Ashtiani Sakineh in questione, va condannato a priori perché la vita umana non può essere spezzata per improcrastinabili esigenze religiose politiche o quant'altro, le modalità brutali non ha senso contestarle perché è il fine ultimo da non considerare. In USA... "I politici creano con la pena di morte l’illusione che qualcosa viene fatto per il crimine, o che in qualche modo le persone ‘cattive’ sono messe al sicuro e che la comunità può così stare tranquilla, ma la verità è che i peggiori non muoiono nel braccio della morte, solo i più poveri lo fanno. I peggiori ricevono l’ergastolo o, se hanno molti soldi, non vengono giudicati colpevoli. I poveri sono in genere malati di mente o i ritardati, o i giovani criminali. […] Spesso hanno subito violenze sessuali nell’infanzia, hanno problemi di droga o alcool". A dirlo non è un qualunque attivista per i diritti umani, ma Melodee Smith, avvocata americana esperta in questioni riguardanti la pena di morte, nonché consulente spirituale dei condannati, come la più famosa Helen Prejean, ispiratrice del film "Dead man walking"...citazione di Claudia Cuppini. 
Per questo motivo perché non si alza la voce contro quel portatore di santità che sono gli Stati Uniti e tutti gli affiliati del glorioso nuovo ordine mondiale, e proviamo a distogliere quell'avversione negativa, propinata ad oltranza, verso tutto ciò che non è occidentale?
Oppure gli interessi economici sono come sempre l'unico vero cardine che fa muovere le coscienze?
Il Caso Sakineh, mi auguro che sia ritrattato e mai più riproposto, e il lieto fine sia il vero unico obiettivo, non vorrei che una sua strumentalizzazione sia additata a supporto di tesi antiraniane ed antislamiche.....ma voi ci credete veramente?

2 commenti:

  1. Purtroppo è così, il caso è in questione, per la maggior parte delle persone, è stato un fatto di "cuore", schifo, ma anche di sentimento di superiorità verso un paese considerato arretrato, con una religione considerata oltremodo violenta, insomma molti si sono mossi per la vita di questa donna, molti per un generico anti-islamismo, che però non sanno nemmeno di provare, è come chi dice: i neri hanno il ritmo nel sangue, e non si accorge che è una frase razzista, quasi nessuno si è reso conto che questa attenzione fa parte di una strategia politica precisa, in pochi si interessano delle sentenze capitali statunitensi, perchè i giornali non danno risalto a queste notizie. Ma se sono contro la pena di morte lo sono sempre, ovviamente, non solo quando questa viene inflitta in una paese arabo.
    Certo, c'è una differenza nella procedura penale, nella conduzione degli interrogatori, questo non può essere sottovalutato.
    Ma insomma, è una questione di manipolazione dell'informazione.

    Grazie per il tuo commento su mio blog, ciao
    EvaBes

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  2. Forse in molti si sono mossi solo per un senso di appartenenza, come dei bambini in cerca della sicurezza del gruppo...anche quando quel gruppo combina solo cazzate.
    Un grazie a te per aver dedicato tempo a questo blog!!!

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