lunedì 16 gennaio 2012

Ciò per cui viviamo

Mi nascondo perchè è più facile, evito di inoltrare il mio pensiero per aver paura di non giungere. Condividere un'idea, un'anfratto della propria esistenza, esperienze vissute, sognate, bagnate, secche, infuocate, arse, gioiose. Ricerco l'energia del vuoto, il mito del tempo, la cura del corpo, il volo dello spirito....
Nel mentre, parlo, scrivo, comunico, sono IO...


Su input di Mauro

33 commenti:

  1. Purtroppo è un film che mi sono perso, e spero di recuperare presto ... detto questo, direi che ha ragione la bionda: c'è molta incomunicabilità nel nostro comunicare, ma anche molta comunicabilità indiretta. C'è da impazzire a pensarci bene, oppure accettare questo con pazienza zen. Che tu la chiami anima, oppure io mente, possiamo capire questo. Sono stato capito? ;)

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    1. Siamo nello stesso stagno, anche se tu preferisci la palude :-D

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  2. L'importante è comunicare, e lo si fa sempre anche quando si resta in silenzio.
    Un caro saluto

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    1. Preferirei condividere, potrebbe esser un buon compromesso.

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  3. ... ciò per cui viviamo, conclude il video. Aggiungerei: e di cui dobbiamo avere cura ...

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  4. L'uomo non comunica solo attraverso il simbolo-parola, comunica anche con il corpo e probabilmente anche con le sue vibrazioni. La sensazione di unione spirituale che si può avvertire dialogando con una persona ci è permessa solo quando a questa persona parliamo faccia a faccia... a quanti è capitato di sentirsi in 'comunione spirituale' per telefono?? questo spiegherebbe che ci sono aspetti nella comunicazione che vanno oltre il simbolo-parola.
    Sulla domanda 'Gli gli altri ci capiscono?..' beh ho brutte notizie.. ricordo uno studio in cui si dichiarava che del 100% di ciò che vogliamo esprimere, riusciamo ad esprimerne con il linguaggio verbale circa il 70 %, gli altri ci ascoltano un 40% e ne comprendono un 30%...
    A conti fatti ci siamo presi per strada il 70% di ciò che volevamo trasmettere..incoraggiante :D!

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    1. Il 30 % non mi sembra male, pensavo decisamente peggio. Per ottenere dei risultati bisognerebbe attuare una buona campagna pubblicitaria delle idee. :-)

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  5. secondo me esprimere quello che effettivamente proviamo non è affatto semplice!
    a volte troppe parole fanno rumore...ma non è detto che comunichino qualcosa!
    buona settimana^^

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    1. Sicuramente non è facile, ma più che le troppe parole fanno confusione i pensieri copiati solo perchè in massa vengono passati.

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  6. Problema aperto dall'alba della storia, invero!

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  7. prolema più che complesso...siamo animali sociali, necessitiamo degli altri per costruire noi stessi, e la comunicazione verbale e non, è un bisogno primario come il mangiare etc...ma cioè che realmente aiuta a vivere,è una piccola parola tanto abusata, ma poco compresa, che si chiama empatia...e che trascende anche dalla parola, perchè si nutre di spiritualità, di cultura dell' amore, del rispetto dell'altro, chiunque esso sia...difficile ed introvabile, rara, è uno stato mentale che ti pone in ascolto dell' altro, e spesso i più gradi amori o le amicizie più vere, nascono da questo sentimento, che va coltivato...questo credo sia il famoso "sesto senso delle donne" ma giusto per generalizzare, negli uomini è più difficile trovare empatia, perchè perchè meno propensi a soffermarsi ai "bisogni" degli altri, ma trovo che il numero è in crescita...le nuove generazioni, i ragazzi di 15/20 sono molto inclini a questo sentimento, forse perchè avendo la pienezza di una vita non stentata come i nostri genitori o noi stessi, risulta più facile per loro, ricercare un contatto che superi barriere dettate dalle nostre inquietudini esisteziali...spero e penso che il mondo posso trovare un nuovo modo di rapportarsi all' altro, educando chi verrà a questo...
    ho scritto di getto, magari cavolate, però mi piace tanto pensare che questo sia il "segreto" che ci renderà migliori :) buona giornata

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    1. Forse bisognerebbe vedere il tutto nel suo insieme e valutarlo come si fa nel Tao, yin e yang, parte femminile e maschile. Oppure valutare il tutto come nella fisica quantistica o relativista, insomma ogni tesi è valida. Nella logica delle ipotesi l'errore è un punto fondamentale dell'evoluzione...mi sono gettato anch'io ;-)

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  8. Si arriva sempre a un punto in cui non ti bastano più le parole perché c'è qualcosa di non detto che non riesci a esprimere. E' la misura della tua solitudine come essere umano.
    Per questo spesso ascoltare è meglio che leggere, perché nelle voci c'è quel non so che di irrazionale che può comunicare l'irrazionale

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    1. mmmmm....mi sembra un paradosso, ma in questo sono un fissato, però la misura della solitudine nel non comunicare o esprimere mi sembra eccezionale. :-)

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  9. Mark, le parole di questo video sembrano le parole di Sheakeper o come si scrive ....L'amore bella parola, i ragazzi si innamorano subito anche 50 volte al dì sembra una prescrizione medica, è complicato commentare ma bello ....mi fa riflettere e ora me lo frego!!!!

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    1. Se ti fa riflettere è una gran cosa, se te lo rubi non puoi che farmi piacere :-)

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  10. Non rimanere nascosto troppo a lungo.

    Buona giornata! Baci

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  11. In effetti c'é il paradosso di comunicare tramite internet, sms, fb, twitter, etc., e poi magari non si riesce davvero a capirsi reciprocamente...

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    1. Il non capirsi fa parte dei giochi, forse il nuove genere umano lo fara senza parlarsi.

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  12. Riesco sempre più a fatica a rispondere a questa domanda. E' la vita che si è fatta via via sempre più faticosa, vorrei scrollarmi di dosso questo fardello per riuscire a ritrovare quella leggerezza e l'ottimismo che mi appartenevano.
    Viviamo anche per riuscire a raggiungere gli altri, mandare messaggi, scuotere gli animi e condividere. E' questo che fai con questo blog. E ci riesci.
    Ciao.

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    1. Se lo scuotere porta a riflessioni tanto personali, il tutto mi fa pensare che forse riesco a trasmettere su di una lunghezza d'onda comune.

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  13. Se fossi meno umana vorrei comunicare solo con me stessa, essendo una "bestia da gruppo" cerco i miei simili continuamente. Quasi sempre sentendomi non capita come vorrei. Ma mi sa che è un nostro vizio... Ciao mark :)

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    1. Un vizio animalesco che mi sento di condividere. :-)

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  14. Bellissimo post. Trovare le parole non è sempre facile,tant'è che preferisco scrivere. Mi attorciglio mentre parlo,perché quello che sento mi sembra che le parole non riescano ad esprimerlo in pieno. Se le scrivo è invece come se mi liberassi. In parte condivido il commento di: la stanza in fondo agli occhi.

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    1. Più che un post, è un mero riportare, forse perchè non riesco ad esprimermi come vorrei, insomma mi sento un paraDOSSO :-)
      Grazie per l'apprezzamento

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  15. "Comunicare" argomento complesso e spinoso ma estremamente affascinante ed essenziale per assaporare la comunione...
    Nascondersi ed evitare di inoltrarsi... indica, per me, la paura di restare delusi, di sprecare energie per il nulla...; usare volutamente parole ermetiche, indica invece, l' esigenza di lanciare una sfida, un cercare qualcuno che possa penetrare il pensiero nonostante gli scudi, quasi certi che nessuno potrà riuscirci... e anche questo, in fondo, è comunicare!
    Si comunica con gli sguardi, con i gesti, con tutte le espressioni del volto e del corpo, con il silenzio, con le parole, con la musica, con la pittura... e si comunica anche con lo spirito...
    Riuscire poi a trovare chi realmente penetra il nostro pensiero... anche solo restando in silenzio... quella è l'esperienza di comunione profonda in assoluto più eclatante ed eccezionale...
    P. S.
    Ha ragione mauroarca, primo commentatore del tuo post, che ha definito il tuo scritto, una poesia! E ti spiego perché:
    Sei un poeta perché riesci a dare alle parole un suono, una vibrazione, un' armonia, le rendi vive, fascinose... e come in uno specchio, il lettore vi si riflette!

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    1. Se riesco a rendere vive le parole, non è merito mio, loro sono vive per conto loro, il mio merito se tale lo vogliamo definire è quello di accompagnarle sulle righe con il mio pensiero. ^_^

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  16. Non vorrei disturbare, soprattutto ritornando sugli stessi argomenti, perché hai cose più importanti a cui pensare, ma dovrai perdonarmi in quanto non posso fare a meno, leggendo la tua risposta, di controbatterti e dire che, secondo me, le parole di per se sono statiche... dipendono completamente da noi, da quanta enfasi e fede mettiamo nel pronunciarle e anche dall' abilità con cui le accompagniamo, ma soprattutto la base che le rende vive o morte è il pensiero... "scossa elettrica" che le alimenta!
    Dovrai quindi, quando comporrai un bel discorso o frase, umilmente accettarne il merito... ;-D

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    1. Non ti formalizzare nessun disturbo. Allora ti faccio un confessione, ho aperto il Blog per misurarmi con me stesso, il tutto propedeutico alla componsizione. Mi sono dato un tempo medio lungo...vedremo. E grazie :-D

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