In alcuni frangenti mi pervade l'animo, mi catapulta nel tumulto dei pensieri e mi regola l'umore come una valvola di sicurezza quando la pressione all'interno sale. Mi sento insabbiato nel deserto, l'arsura non ti da tregua, seduto sulle dune a contemplare il paesaggio mutevole di questo mare sterminato, il sole è alto e attendo l'impossibile. Il miraggio di un sogno, quell'acqua che da e toglie la vita, di quella speranza sopita che vive dentro di noi. Mi sveglio, con gli occhi stropicciati cerco le pantofole, come al solito una è sparita come inghiottita dalle sabbie mobili, vado automaticamente in cucina e mi gusto la colazione, in attimi di perfetto godimento. Finisco il rito mattutino, mi reco al lavoro, la mia mente si dirige altrove, continua ad esplorare , confrontare, elaborare, eppur non dovrei. La concentrazione è d'obbligo, ritorno in me, ma nulla cambia, è un'elemento in sospensione sugli sguardi altrui e grida ad alta voce la sua estrazione. Forte e orgoglioso, impavido ed intraprendente, rinchiuso in una gabbia invisibile dialoga con se stesso e con il mondo.
Chi è che grida? La mente o la coscienza?....sono frastornato. Il deserto attende, e non ho paura in fondo so di non essere io a patir l'arsura.
......non hai dimenticato qualcosa nella tua routine mattutina......?
RispondiEliminacerto dimentico, l'amore e l'affetto che mi trasmettono le persone care, e quell'inebriante sensazione di avere qualcuno accanto in ogni istante della mia vita....ma queste sono realtà...quelle sopra sono frutto dell'immaginazione...o forse no!!! C'è sempre il beneficio del dubbio.
RispondiEliminabellissima cosa hai scritto...
RispondiElimina