Guardo con rispetto e soddisfazione l'epilogo professionale della giornalista Maria Luisa Busi, e del polverone alzato con le sue considerazioni dure, concise, e senza fronzoli. La giornalista, la donna, fa una serie di domande, che nella testata da lei condotta non trovavano più risposte, come non le si trovano in nessuna altra parte, perché le linee editoriali da seguire non rappresentano i protocolli imposti. Non entro nel merito, come sempre del resto, mi limito a condividere pienamente la linea, più volte già palesata, che ci troviamo in mondo troppo condizionato dalla TV e i mass media in genere, e quei pochi baluardi d'informazione libera sono tacciati di destabilizzare il sistema o addirittura di creare onte ideologiche pessimistiche orribilmente di parte. L'abilità delle menti sane e senza condizionamenti sta nell'analizzare con distacco le notizie, per poi valutarne l'affidabilità facendo dei riscontri, in rete, dove per fortuna c'è ancora pluralità di vedute. Essere protagonisti non vuol dire primeggiare a tutti i costi a discapito di tutto e di tutti, ritornare ad una obbiettiva visione d'insieme per l'interesse della collettività, senza lasciarsi trasportare dalle demagogie, riportando la linea di sviluppo verso l'evoluzione e non verso l'involuzione della specie, potrebbe essere un gran vivere.
Lavorare su noi stessi è la priorità, la nostra indipendenza mentale è la libertà di tutti.
P.S.
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