sabato 15 maggio 2010

Un'altra cultura.

"Da noi gli studi non portano a niente.La maggior parte dei nuovi ricchi non è nemmeno diplomata. Quello che conta è sapere come funziona, conoscere qualcuno, ungerlo a dovere. In questo modo, le porte si aprono. Oppure, per le ragazze, sposare un uomo ricco. Il che porta allo stesso risultato."
Non è la litania che ci perseguita ogni giorno, ma una frase estrapolata dal "Il paese delle stelle nascoste" di Sara Yalda, nata in Iran nel 1967, ha studiato e lavora in Francia per Le Figarò. Non sto facendo la pubblicità o la recensione ad un libro, che mi ha in parte affascinato, voglio soltanto far notare come una cultura ai nostri antipodi si stia trasformando in ciò che noi profondamente deprechiamo. Il racconto é di una donna che ritorna nel suo paese alla ricerca del passato e delle sue origini, si ritrova catapultata in una realtà che all'apparenza è rigida ed incline al fondamentalismo islamico, con le bandiere americane bruciate davanti alla TV e lo chador che copre le donne, mentre nell'oscurità del silenzio sognano l'avventura americana ed occidentale in genere, passano da una festa trasgressiva e l'altra, con droga alcol e sesso, il tutto sotto lo sguardo consapevole di Ahmadinejad, che agli occhi del suo popolo aveva promesso una redistribuzione delle ricchezze con un ritorno ai valori, ma di fatto ha acuito il divario, illudendo con il sogno occidentale, che in una popolazione composta da più del sessanta percento di giovani sotto i 35 anni è risultato determinante.
Questa è globalizzazione, uniformare, porre come tipologia un modello prestabilito in ogni ambito per dettare i tempi, la creazione di caste di potere in ogni parte del pianeta a discapito delle masse, controllare con proclami da baraccone gli esseri non pensanti.
Coscienza, comunione d'intenti e la persecuzione dell'unico scopo realmente importante per ristabilire ordine nel marasma generale, ovvero il benessere comune e non dei pochi.
Difficile....senza dubbio, io ci provo provateci anche voi.

Nessun commento:

Posta un commento

La critica è ben accetta perchè aiuta questo spazio nella crescita e nella trasformazione